mercoledì 14 novembre 2018

Stan Lee (1922 · ∞)


48 ore fa il Sorridente ha lasciato Midgard per dirigersi verso dimensioni a lui più consone.
Il suo lavoro qui è terminato, ha donato la sua eredità a tanti bravi artisti e ha insegnato qualcosa a ciascuno di noi.
E' facile etichettare i fumetti di supereroi come semplice intrattenimento.
Ditelo a chi, come me, è cresciuto divorando queste storie.
Ditelo a chi, come me, ha di fatto impostato la propria vita (valori, volontariato e persino lavoro) su un concetto semplice: per rendersi utili e fare la differenza, a questo mondo, bisogna chinare il capo, rinunciare a tempo e serenità e aiutare gli altri. Anche se sono antipatici, o maleducati, o sembrano non meritarlo. Perché non si può essere soddisfatti in un mondo in cui ognuno pensa solo a se stesso.
Questo insegnamento è totalmente radicato nella mia psiche, e una parte della semenza deriva proprio dalla Marvel.
Pensate davvero che 20 anni o più di lettura di comics non lascino il segno? Che i supereroi con superproblemi si riducano a mezz'ora serale di svago?
Un vero appassionato, di qualunque cosa, ha sempre una piccola (o grande) parte del cervello che lavora in background sui suoi interessi: per me questo mucchietto di neuroni è dedicato anche ai supereroi ed alle loro lezioni.
Quindi Stan Lee non è stato solo un grande artista, imprenditore e showman.
Il suo mondo inventato (ma neanche tanto), per me, è stato un vero e proprio orologio biologico che ha scandito e scandisce la mia vita.
La Leggenda non è morta per niente, e non morirà mai.

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