venerdì 4 marzo 2016

Cinefumetti - Le 6 scene di villains più belle di sempre

“Felice il paese, che non ha bisogno di eroi,” scriveva Bertolt Brecht, ma forse ciò di cui abbiamo veramente bisogno sono i cattivi, i cosiddetti villains – perlomeno al cinema. D’altronde una storia non può dirsi veramente interessante senza un rischio, un pericolo che metta in difficoltà il protagonista di turno, e che renda l’intreccio narrativo abbastanza accattivante da tenere incollato lo spettatatore davanti allo schermo. Questo è particolarmente vero per i cinefumetti, dove la presenza di un antagonista di livello spesso fa la differenza nella qualità finale del prodotto.

A seguire dunque, in ordine cronologico, sei grandi performance di cattivi cinematografici nell’intricato mondo dei supereroi su pellicola.



Mr. Glass – Unbreakable (2000)

Film sottovalutato e dimenticato, Unbreakable di M. Night Shyamalan anticipava in tempi non sospetti il grande filone supereroistico, sviscerandone le logiche e i topoi narrativi. Un piccolo capolavoro sostenuto dalla grande interpretazione di Samuel L. Jackson, villain oltre la quarta parete in grado di spiegarci, in un breve monologo di due minuti, la vera natura dei cattivi da fumetto.



Agente del caos – The Dark Knight (2008)

In epoca di attentati terroristici e fobie urbane, il Joker di Heath Ledger sembra ben rappresentare lo spirito dei tempi: il caos e la paura sono i veri motori della storia, nella testa di questo novello Nietzsche impazzito. Un personaggio che disgusta e affascina allo stesso tempo, la cui filosofia è perfettamente riassunta dal monologo nell'ospedale di Gotham City, scena-chiave del film e punto di svolta nella trilogia del Cavaliere Oscuro.



Il potere vegano – Scott Pilgrim vs. the World (2010)

Altro film ampiamente sottovalutato, Scott Pilgrim vs. the World è un bellissimo omaggio alla cultura pop degli anni '90. Tra videogiochi picchiaduro, manga e musichette assillanti, il povero Scott è disposto a tutto pur di conquistare il cuore dell’amata Ramona, persino se questo significa scontrarsi – letteralmente! – con un esercito di ex-fidanzati. Tra questi, un improbabile e spassosissimo Brandon Routh, vegano dai poteri decisamente simili a quelli dei Saiyan di Dragon Ball.




Inchinatevi! – The Avengers (2012)

Di villains interessanti la Marvel cinematografica ne ha prodotti purtroppo molto pochi, ma il Loki di Tom Hiddleston appartiene sicuramente a questa categoria. Dio norreno frustrato da un senso di inferiorità pressante nei confronti del fratello Thor, Loki trova nella Terra un ottimo posto per dar sfogo alla propria inesauribile, immensa, sete di potere. E quale posto migliore della Germania per avvilire l’umanità e instaurare un regno di terrore? Peccato che non tutti sembrino essere d’accordo…




Il buon Samaritano – Daredevil (2015)

Ancora una volta, il caos. Il Wilson Fisk/Kingpin intepretato da Vincent D'Onofrio nella serie TV Daredevil è un finto messia, un criminale in cerca di redenzione che sprofonda sempre più nella spirale di violenza e follia di cui egli stesso è artefice. Come per il Kurtz di Marlon Brando in Apocalypse Now, i soliloqui di Fisk hanno sempre luogo in zone d’ombra, in una sorta di rappresentazione fisica dell'oscurità crescente nel suo animo. Il “monologo del Samaritano” è il punto più alto della presa di coscienza di questo personaggio, un’accettazione del propria dannazione e dell’irresistibile fascino del male.



Un’emozione da poco – Lo chiamavano Jeeg Robot (2016)

Nell’Italia dei supereroi di Lo chiamavano Jeeg Robot, tra borgata romana e criminalità camorristica, il bravissimo Luca Marinelli porta alla luce un villain che rappresenta il meglio – anzi, il peggio – della tradizione fumettistica americana e delle degenerazioni morali nostrane. Lo Zingaro è un personaggio a metà strada tra il Joker nolaniano, lo Zanardi di Andrea Pazienza e l’Italiano medio: malvagio e violento fino al midollo, sessualmente ambiguo e disposto a tutto pur di diventare famoso, la nemesi dell’eroe Enzo Ceccotti semina bombe e terrore nelle strade della Capitale tra un brano pop e l’altro. La scena in cui interpreta magistralmente una nota canzone di Anna Oxa davanti a un pubblico di criminali sanguinari vale l’intera visione del film (ne parliamo anche in questo post).


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