lunedì 21 dicembre 2015

Retrobox - Spiritual, Gospel, Blues & Stuff


Con il termine spiritual indichiamo un genere nato nelle piantagioni di cotone della Cotton Belt, dagli schiavi afro-americani; canti di lavoro che derivano direttamente dalla tradizione musicale africana, con una struttura semplice che segue lo schema del Call and Response (l'alternanza di un solista e il coro), senza strumenti, il cui testo è ispirato alla Bibbia.
La successiva evoluzione, attraverso l'unione con la tradizione musicale europea, la maggiore complessità e l'utilizzo di strumenti dà vita al gospel.

Gli spirituals e i gospels sono di fatto una tradizione folk della popolazione afro-americana, una tradizione che non solo è riuscita a sopravvivere nei secoli, ma che costituisce la colonna portante della musica odierna. Sì, perché la struttura del jazz, del rock 'n roll, del r&b, dell'hard rock, del metal e della musica pop deriva direttamente dalla struttura blues.


Il blues ha una semplice struttura ripetitiva antifonale (il botta-risposta di cui parlavo prima), caratterizzata dalla blue note (in breve, una nota abbassata di quasi un semitono e suonata in maniera leggermente calante) ed ha parecchie somiglianze con la musica dell'Africa Occidentale.

Nasce a partire dalle work songs degli schiavi, ma ne stravolge il contenuto, rivolgendolo ad una condizione personale piuttosto che universale ed eliminando, molto spesso, la connotazione sacra. Rimane comunque un tipo di musica semplice, spontaneo, estremamente evocativo; il sapore del blues di John Lee Hooker - per citare un celeberrimo e immortale musicista che ha ispirato generazioni di bluesmen e non solo - è quello del fumo di una pipa, del legno profumato di una chitarra, delle mani segnate dal tempo.


Quindi, ciò che noi intendiamo per musica contemporanea - al di là delle preferenze personali: de gustibus non disputandum est - deriva da un interessante connubio di tradizioni africane strappate dalla propria terra, musica europea, parole sacre e profane. Affonda le radici nella sofferenza, nella frustrazione, nel desiderio di libertà, nel canto nudo e crudo. Il blues porta tutto questo nel proprio suono. 

Ecco un'interessante cover di Illinois Blues. La canzone originale è stata scritta nel 1931 da Skip James. Qui suona e canta il cantautore irlandese Andrew-Hozier Byrne. Enjoy.

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