Introduzione
Colui che a lungo combatte i mostri
dovrebbe guardarsi
dal diventare egli stesso
Mostro.
Frederich Wilhelm Nietzsche
Nel diciannovesimo
secolo la città di Londra diede alla luce un genere letterario di
ispirazione popolare, grezzo, fosco, figlio delle nebbie e i vapori
del Tamigi e dalle gelide notti londinesi.
Questa nuova forma
narrativa in poco tempo acquisì una grande notorietà ed espansione,
diffondendosi in maniera capillare attraverso tutta la sfaccettata
gamma della società vittoriana dell'epoca, dal proletariato alla
ricca borghesia e la nobiltà decadente.
Le pubblicazioni in questione, che uscivano periodicamente e a prezzo stracciato, erano chiamate proprio in virtù della accessibilità e del tenebroso fascino della materia delle storie - trattandosi infatti di racconti gotici, oscuri e sanguinosi, storie di mostri e fantasmi, di scarsa qualità ma sufficientemente fantastici e terrificanti da stuzzicare l'immaginazione del popolo incolto come dell'aristocrazia annoiata - con il nome di “penny dreadful” (che potremmo tradurre con: “spaventi da pochi centesimi”; gli ideali antenati dei nostri Piccoli Brividi, per intenderci).
È a questa
narrativa, forse non la più elevata forma d'arte che la letteratura
inglese abbia mai prodotto, ma in grado di influenzare addirittura le
penne di degni e rinomati autori quali J.M. Barrie (il padre di Peter
Pan) e di Robert Stevenson, che si ispira la serie televisiva
omonima.
Autore
Penny Dreadful, di
proprietà della Showtime - il network televisivo produttore, tra le
altre cose, di Masters of Sex, Homeland e degli scabrosissimi Tudors -
è una serie trasmessa nelle reti americane a partire dal Maggio
2014, nata dalla mente dello sceneggiatore John Logan (che tra
i suoi lavori annovera film quali Il gladiatore, L'ultimo samurai e
Sweeney Todd - opera, quest'ultima, che influenzerà profondamente la
stesura del telefilm).
Trama
La premessa è
semplice: creando uno scenario a metà tra il dramma storico
-magnifica e accurata la ricostruzione di una Londra Vittoriana,
sporca, cupa e ostile - e il racconto dell'orrore, Logan immagina di
riunire alcuni dei più iconici personaggi della letteratura inglese
ottocentesca, dal dottor Frankenstein alla famiglia Murray
(Sir Stoker, Mina ti manda i suoi saluti!) all'enigmatico e
centenario efebo Dorian Gray, attingendo al loro patrimonio
culturale per rielaborare le rispettive storie in un intreccio
vorticoso, originale, che dona nuova linfa a caratteri delle cui
figure l'immaginario cinematografico e letterario moderno ha fatto
largamente uso (e aggiungerei abuso: non nutro simpatia per vampiri
sbrilluccicanti e Mostri di Frankenstein bellocci e superomistici).
Protagonista è l'eterogenea combriccola capitanata da Sir Malcom Murray e la sua protetta, Vanessa Ives (inizialmente indecifrabile il rapporto tra i due, verrà poi analizzato e svelato nel corso della vicenda) accompagnati dal fedele e taciturno servo Sembene, l'avventuriero americano Ethan e un ambiguo e talentuoso dottore di nome Viktor - sì, proprio lui, avete pensato bene.
Questo improbabile gruppo dovrà nel corso degli episodi cimentarsi in una “quest”, una vera e propria Chanson de Geste (che di cavalleresco ha ben poco), alla ricerca della giovane pulzella in pericolo (che di pulzella ha soltanto le sembianze) Mina, figlia del Barone, la quale a quanto sembra è stata rapita da un losco figuro dai canini affilati e una particolare predilezione per le bistecche al sangue.
Questo impianto tradizionale, il leitmotiv della “missione di cerca” di un gruppo di eroi, sul quale da secoli si sviluppano romanzi, ballate, canzoni e film, in Penny Dreadful è arricchito e sviluppato dall'avvicendarsi, in una continua danza di citazioni, rimandi, riferimenti, di tutte le figure letterarie di cui sopra: a partire da un attraente e quanto mai anticonformista Dorian Gray, ad un attempato e incanutito Van Helsing, alla Creatura, alle Streghe, ad un (in)sospettabile Licantropo, fino ad arrivare ai tanto celebri quanto bistrattati Vampiri (ispirati più all'inimitabile Bela Lugosi che ai lustrini ambulanti di Twilight); e, a ricoprire e macchiare le mani e i volti di ciascuno di loro, il grande protagonista: il Sangue. Sangue che sgorga a fiotti dalle ferite, che tinge le vesti candidi e verginali delle fanciulle, che affiora dalle labbra di una tisica, che insudicia le mani profanatrici del dottor Frankenstein e quelle omicide di tanti, tanti altri personaggi. Nessuno si salva da questo torrente vermiglio, nessuno viene risparmiato. Nessuno è innocente.
Protagonista è l'eterogenea combriccola capitanata da Sir Malcom Murray e la sua protetta, Vanessa Ives (inizialmente indecifrabile il rapporto tra i due, verrà poi analizzato e svelato nel corso della vicenda) accompagnati dal fedele e taciturno servo Sembene, l'avventuriero americano Ethan e un ambiguo e talentuoso dottore di nome Viktor - sì, proprio lui, avete pensato bene.
Questo improbabile gruppo dovrà nel corso degli episodi cimentarsi in una “quest”, una vera e propria Chanson de Geste (che di cavalleresco ha ben poco), alla ricerca della giovane pulzella in pericolo (che di pulzella ha soltanto le sembianze) Mina, figlia del Barone, la quale a quanto sembra è stata rapita da un losco figuro dai canini affilati e una particolare predilezione per le bistecche al sangue.
Questo impianto tradizionale, il leitmotiv della “missione di cerca” di un gruppo di eroi, sul quale da secoli si sviluppano romanzi, ballate, canzoni e film, in Penny Dreadful è arricchito e sviluppato dall'avvicendarsi, in una continua danza di citazioni, rimandi, riferimenti, di tutte le figure letterarie di cui sopra: a partire da un attraente e quanto mai anticonformista Dorian Gray, ad un attempato e incanutito Van Helsing, alla Creatura, alle Streghe, ad un (in)sospettabile Licantropo, fino ad arrivare ai tanto celebri quanto bistrattati Vampiri (ispirati più all'inimitabile Bela Lugosi che ai lustrini ambulanti di Twilight); e, a ricoprire e macchiare le mani e i volti di ciascuno di loro, il grande protagonista: il Sangue. Sangue che sgorga a fiotti dalle ferite, che tinge le vesti candidi e verginali delle fanciulle, che affiora dalle labbra di una tisica, che insudicia le mani profanatrici del dottor Frankenstein e quelle omicide di tanti, tanti altri personaggi. Nessuno si salva da questo torrente vermiglio, nessuno viene risparmiato. Nessuno è innocente.
Vanessa Ives:Vero
motore portante della serie, Eva Green si cala nelle vesti di
una misteriosa e affascinante giovane donna, regalandoci una
prestazione monumentale, strepitosa (e lo dice uno che non la ama
particolarmente). Capace di percorrere con grazia quella sottile lama
di rasoio che separa il grottesco dal melodrammatico nei quali un
simile ruolo rischiava di sprofondare, la Green tratteggia un
personaggio intenso, coraggioso, sofferente e torturato ma che
rifiuta di perdere la propria dignità e cedere a compromessi con
l'oscurità che si troverà ad affrontare. Penny Dreadful varrebbe
una visione anche soltanto per lei.
Victor
Frankenstein: lo scienziato pazzo che non ti immagini. Il più
giovane della compagnia, Harry Treadaway è un anatomopatologo
dallo sguardo spiritato e il fisico gracile, tanto versato per lo
studio del corpo umano quanto poco lo è per quello dei rapporti
sociali; si rivelerà un prezioso alleato quanto un ricercatore privo
di scrupoli.
Realizzazione
tecnica
La Londra
ricostruita da Logan è a mio avviso perfetta: decadente, buia,
battuta dai venti e sommersa nelle nebbie, irta di pericoli e colma
di segreti e depravazioni; il perdersi nei suoi vicoli, nelle segrete
di pietra, nei musei delle cere, teatri d'epoca, pontili cigolanti e
immersi nell'oscurità, strade affollate di mendicanti, prostitute,
tagliagole e creature maligne è un'immersione coinvolgente e
affascinante, aiutata da una fotografia estremamente pulita e che
indugia sui toni del grigio e del rosso, una cinepresa fluida con
alcune inquadrature stupende, di grande armonia e nitore.
Ottima colonna sonora e comparto audio, vi ritroverete a sussultare sulla sedia ad ogni scricchiolio della grande casa gentilizia di Sir Murray e agli innumerevoli sussurri che popolano le notti Londinesi; nota di merito la sigla iniziale, non certo ai livelli di capolavori quali quella di Games of Thrones, ma accattivante e molto orecchiabile (mi sono ritrovato più volte a canticchiarla durante le mie giornate)
Ottima colonna sonora e comparto audio, vi ritroverete a sussultare sulla sedia ad ogni scricchiolio della grande casa gentilizia di Sir Murray e agli innumerevoli sussurri che popolano le notti Londinesi; nota di merito la sigla iniziale, non certo ai livelli di capolavori quali quella di Games of Thrones, ma accattivante e molto orecchiabile (mi sono ritrovato più volte a canticchiarla durante le mie giornate)
Voto
finale
8,5/10
Penny Dreadful è
un'opera prima molto, molto buona. Non un capolavoro, presenta alcune
imperfezioni, qualche calo di ritmo, un paio di scene o dialoghi non
riusciti, qualche sbavatura recitativa; più simile ad un diamante
grezzo che ad un cristallo di Baviera, ha però una forza genuina, il
coraggio di innovare un genere che iniziava a puzzare di stantio, e
una solida ed eccellente realizzazione tecnica e artistica. Se avete
voglia di venire suggestionati, emozionati, coinvolti e perché no
terrorizzati da una Danse Macabre estremamente vitale e
ammaliante, questo è il telefilm che fa per voi.
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