mercoledì 9 dicembre 2015

CineMike - Suspiria

"Ho visto oltre la porta"




Suspiria (1977) di Dario Argento.

L'ora delle streghe

Dopo l'interessante articolo di Riccardo sul fenomeno delle vecchine cannibali e più specificamente dell'idea di strega, connessa a tali bizzarri fatti di cronaca nella cultura popolare, non ho potuto fare a meno di dedicare a mia volta un post di questa piccola rubrica cinematografica ad uno dei film che forse ha meglio rappresentato, se non altro in modo intrigante ed inquietante allo stesso tempo, questi personaggi in un contesto moderno.



Ebbene sì: Dario Argento non ci parla di streghe in un contesto medioevale o lontano nel tempo, ma le inserisce in una storia ambientata in epoca contemporanea. Sono tra noi, sono qui oggi, si muovono e colpiscono nella Friburgo degli anni '70 (periodo di realizzazione del film) tra macchine e telefoni, e non più di fronte ad un calderone o magari nella grotta di una foresta medievale.

Dopo avere ottenuto un notevole successo di pubblico sia in Italia che nel mondo con i suoi primi thriller/gialli come L'Uccello dalle piume di cristallo, Quattro mosche di velluto grigio e Profondo rosso (Alfred Hitchcock dopo averlo visto dichiara a proposito di Dario Argento: "Questo giovane ragazzo italiano inizia a preoccuparmi"), il regista sceglie infatti di varcare completamente il confine del cinema giallo. Decide di abbandonare almeno momentaneamente il genere che lo ha portato alla notorietà e al successo di pubblico per cimentarsi in un nuovo genere che da molto tempo, a suo dire, aveva intenzione di sperimentare: il cinema horror puro.
Grande sarà la sorpresa dei fan dell'epoca nello scoprire che dietro al sangue, agli efferati omicidi e alle mani con guanto nero in primo piano che hanno da sempre contraddistinto i film di Argento non c'è più un assassino psicopatico in carne ed ossa, o meglio non c'è più una soluzione razionale per spiegare tutto questo. Il protagonista indiscusso di Suspiria è appunto l'occulto e, nello specifico, sono proprio le streghe.

La trama



L'intreccio si sviluppa quando, all'arrivo di una giovane ballerina americana in una prestigiosa accademia di danza a Friburgo, iniziano a verificarsi avvenimenti macabri e surreali. Una giovane studentessa fugge dall'accademia nella notte, per poi venire massacrata da uno sconosciuto assieme ad un'amica... Una invasione di vermi costringe le allieve ad abbandonare disgustate le rispettive stanze e a passare la notte insieme dormendo nel salone dell'accademia, circondate da inquietanti bagliori, suoni e soprattutto sospiri la cui macabra natura non tarderà a manifestarsi. Un cieco sbranato dal suo cane, nuovi omicidi nella scuola e la scoperta che l'accademia era stata fondata moltissimi anni prima da una presunta strega porteranno la protagonista ad una importante quanto scioccante rivelazione...

La leggenda



Il mito a cui Dario Argento si ispira per narrare la sua storia e contestualizzarla in quella che sarà poi la sua trilogia cinematografica dedicata alla magia nera (insieme a Inferno del 1980 e La terza madre del 2007) è quello delle tre madri: tre streghe dotate di incredibili poteri che spargono il Male nel mondo dalle rispettive oscure dimore.
La leggenda, in parte narrata da Thomas De Quincey nel suo Suspiria De Profundis e poi arricchita e sviluppata dallo stesso Argento, narra infatti che le tre sorelle, innumerevoli anni or sono, avrebbero dato inizio alla stregoneria sulle sponde del Mar Nero facendo un patto con le forze del male. Le tre madri della stregoneria dunque, iniziando a raccogliere seguaci in tutto il mondo, si scelsero tre dimore, costruite dal misterioso architetto e alchimista Varelli (personaggio ispirato all'alchimista e occultista Fulcanelli) e da lì iniziarono a spargere il male e la sofferenza per il globo.
Mater Suspiriorum (la Madre dei Sospiri), la più anziana e sapiente delle tre che appare appunto in Suspiria, si stabilì a Friburgo in Germania. Mater Tenebrarum (la Madre delle Tenebre), la più giovane e la più crudele, si trasferì a New York, mentre Mater Lacrimarum (la Madre delle Lacrime), la più bella e la più potente, scelse Roma come sua dimora.

Suspiria, che nasce come film a sé stante e poi finisce per diventare il primo capitolo di una trilogia dedicata all'occulto e allo sviluppo narrativo di questa leggenda, è naturalmente incentrata sulla figura della Madre dei Sospiri, così chiamata per la sinistra caratteristica di emanare, appunto, durante il sonno e non solo, inquietanti sibili e sospiri che sono indice della sua continua presenza nel luogo del male... un'accademia che altro non è che un covo di streghe e una sede di messe nere notturne.
Se in Inferno, secondo capitolo della trilogia delle madri, si rende chiaro quale sia il legame tra le tre demoniache sorelle e quale sia in effetti la loro leggenda, è però in Suspiria che si va ad enunciare, ad opera di uno psichiatra esperto di occultismo ed esoterismo, quale sia secondo Argento il concetto di "strega".
Quando Susy, la ballerina protagonista del film, chiede infatti allo psichiatra occultista che cosa facciano le streghe e se esistano realmente secondo la sua opinione, questi risponde:
Fanno il male. Nient'altro al di fuori di questo. Conoscono e praticano segreti occulti che permettono loro di agire sulla realtà e sulle persone, ma solo e soltanto in senso maligno. Possono aspirare a vantaggi e beni materiali vari, ma possono ottenerli solo attraverso il dolore, la malattia e non di rado con la morte di coloro che abbiano preso di mira per una qualsiasi ragione.
Il professore spiega inoltre che esiste un particolare tipo di streghe, le Regine Nere (nella fattispecie ci si riferisce a quella che nella trilogia si scoprirà essere Mater Suspiriorum): queste sono più pericolose in quanto possiedono il potere di fare magia moltiplicato per cento volte rispetto alle altre streghe. E' attorno a una regina nera, come quella che anni prima fondò l'accademia di danza, che una setta di magia nera può costituirsi e ed è al servizio di essa che le le altre streghe e i vari adepti si pongono, creando con essa un legame indissolubile. L'unico modo per sconfiggere il male è quindi quello di uccidere la Regina Nera in persona, di modo che tutta la setta e la casa stessa in cui il male si è stabilito, si distruggano insieme a lei.
Naturalmente, stupita da questo surreale racconto, Susy chiederà allo psichiatra se davvero egli creda a tutto questo, ottenendo per risposta queste parole:
Diciamo che ho conosciuto parecchie donne che si diceva fossero streghe. Ad ogni modo, si può benissimo ridere di tutte queste cose... e anche della magia. Sappia però che la magia è Quoddam ubique, quoddam semper, quoddam ab omnibus creditum est, che significa: la magia è quella cosa che in ogni luogo, sempre e da tutti è creduta.

Commento


Se la sceneggiatura, scritta a quattro mani da Argento con la allora compagna Daria Nicolodi, risulta interessante e ben sviluppata, un occhio di riguardo va poi ai personaggi principali del film, assolutamente interessanti e ricchi di ambiguità.
Se nella prima parte del film lo spettatore, abituato dai precedenti film di Argento a chiedersi continuamente CHI trai presenti sia l'assassino, cerca di trovare tra questi uno in particolare che possa aver commesso, strega o no, le efferatezze mostrate nelle sequenze degli omicidi, nella seconda parte appare chiaro che i presenti (fatta salva solo la protagonista e l'amica Sara) sono tutti in qualche modo avvolti da un alone di malignità che si esplicherà nell'inquietante finale.
Se le streghe e i membri della setta di Rosemary's Baby (1968) di Roman Polanski sono infatti all'apparenza individui perfettamente normali, integrati nella borghesia americana e dall'aspetto piuttosto comune, i membri della setta nera di Suspiria che ci appaiono nel corso del film, quando ancora non li abbiamo identificati come tali, sono già avvolti da un'aura inquietante, che ce li fa sembrare diversi e che suscita continui sospetti nello spettatore.
Argento sviluppa la trama in modo magistrale, portando lo spettatore insieme a Susy sempre più vicino alla scoperta della verità e sempre più vicino al poter dire a sua volta, come uno dei personaggi:
Ho visto oltre la porta.
La porta dell'antro delle streghe... la porta sull'occulto che Dario Argento spalanca per la prima volta nel corso della sua filmografia.

Un occhio di riguardo va poi alla straordinaria fotografia di Luciano Tovoli: le luci del film sono così intense e surreali da creare un clima fiabesco e onirico più volte omaggiato e ripreso in seguito da altri registi: le luci che traspaiono dalle vetrate e tra le finestre della scuola sono parte integrante dell'atmosfera magica e orrorifica che il regista costruisce.
Il tutto supportato ed esaltato da un'epica colonna sonora firmata dai Goblin (gruppo celebre proprio per le colonne sonore di Profondo rosso, Suspiria e molti altri film di Argento) e dallo stesso regista, nella quale si inseriscono frequentemente sibili, latrati e sospiri, indice della costante presenza del male e della Regina Nera.
Ottima anche l'interpretazione di Jessica Harper (Susy nel film), già co-protagonista di Amore e guerra di Woody Allen, che ben si adatta al ruolo di moderna "bambina nel cupo bosco delle fiabe" creato da Argento.

Perchè questo è Suspiria a detta del suo stesso autore: una fiaba nera, onirica, inquietante e surreale, pronta a trasportare lo spettatore in un microcosmo di luci, sussuri, inquieti sospiri e oscure presenze che lo avvolgeranno dal primo all'ultimo minuto.

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